(Gazzetta del Mezzogiorno)
Sedici prodotti del settore giovanile in ritiro a Mezzano. Il trionfo della baresità , un passaggio della vita del club destinato a restare nella storia. Un po' la crisi economica che attanaglia il mondo del calcio; un po' le difficoltà di un mercato bloccato e l'esigenza di aggrapparsi ad una vera e propria epurazione. Sta di fatto che tra le montagne della Val di Primiero andrà di moda il dialetto. Come ai tempi di Loseto, Terracenere e De Trizio o del trio Amoruso-Bigica-Tangorra. Musica per le orecchie di chi ha sempre creduto ciecamente nel Bari dei baresi.
Tra i ventitrè convocati, naturalmente, ci sono anche tanti ragazzini ancora acerbi. Ma anche per loro questa sarà un'occasione da sfruttare. La chance per crescere, migliorarsi, mettersi alla prova. Per capire dal di dentro cos'è il calcio dei professionisti.
Con Vincenzo Tavarilli, apprezzato allenatore del Bari Primavera, abbiamo provato a capire quanto questi ragazzi abbiano, in futuro, la possibilità di coronare il sogno di indossare la maglia biancorossa. Dai più piccoli a quelli che, invece, hanno già respirato l'aria della prima squadra.
«Prima di tutto fatemi esprimere, da barese, la gioia per un risultato di grande prestigio - attacca Tavarilli, pronto ad un'altra stagione alla guida dei migliori baby - sedici dei ventitrè convocati sono prodotti del nostro settore giovanile. Credo che si tratti di un dato estremamente indicativo e che per tutti noi che lavoriamo con i ragazzi sia motivo di soddisfazione e di orgoglio. Vuol dire che il Bari ha uno staff di prim'ordine. Quando un giocatore varca la soglia della prima squadra è perché ha funzionato il lavoro di equipe. Questi ragazzotti li facciamo crescere sotto tutti i punti di vista. Li prendiamo a dodici anni e li portiamo su, non senza sacrifici».
«Comincerei dai più giovani - continua l'allenatore della Primavera del Bari - e penso subito a Nicola Belmonte, un '87 dotato di grande personalità . Ha diciassette anni ma a guardarlo in campo non si direbbe. In ritiro sarà impossibile non accorgersi di lui. Siamo di fronte ad un esterno destro assai completo: buona corsa, bravo tatticamente, buon piede, carattere e grinta. Poi c'è Davide Buono, che ha un anno in più: su di lui abbiamo sempre creduto. L'anno scorso lo abbiamo mandato a Matera, in serie D, proprio per fargli accumulare preziosa esperienza. Davide ha fatto bene, lo abbiamo seguito e il fatto che sia stato convocato per il ritiro della prima squadra non è certamente un caso».
«Lanzillotta è il classico centrale di centrocampo - continua Tavarilli - bravo nell'interdizione ma anche nella fase di costruzione. A volte tende a portare troppo palla, ma sono difetti legati alla giovane età . Michele è un ragazzo dotato anche di buon calcio: nella passata stagione ha segnato dieci gol, sui calci piazzati si fa rispettare. Tursi, invece, ha fisico e corsa. Può giocare sulla linea dei difensori ma anche qualche metro più avanti: di testa si fa rispettare. Fusaro, infine, è un centrale in una difesa a quattro: nel modulo a tre può giocare sul centro-sinistra. Un elemento interessante, bravo di testa e nella lettura tattica della partita».
«Ci sono anche i più grandi - aggiunge il tecnico biancorosso - e penso ad Alessandro Armenise, Vito Spadavecchia, Pasquale Berardi, Domenico Creanza, Raffaele Francioso, Antonio La Fortezza: tutta gente che ha la qualità per emergere. Molto dipenderà da loro, dalla capacità di migliorarsi, di soffrire, di fare sacrifici. Hanno una grande opportunità : esaltarsi nella squadra del cuore. Non è da tutti».
Nessuna nuova, intanto, sul fronte mercato. Bari e Livorno si risentiranno tra domani e dopodomani per provare a definire il passaggio di Nicolas Cordova alla corte di Colomba. Il club toscano non molla la pista Bellavista: pare che il tecnico amaranto abbia espressamente chiesto un centrocampista duttile come il jolly bitontino. Se son rose...
De Rosa alla Reggina è praticamente cosa fatta. Il difensore, in viaggio di nozze, firmerà un triennale. E si metterà subito a disposizione di mister Mazzarri, l'uomo che ha riportato il Livorno in serie A.