(Gazzetta del Mezzogiorno) Tanta fatica per nulla. In fumo il punto conquistato e meritato di Cesena. Il giudice sportivo si è pronunciato nel tardo pomeriggio di ieri: meno uno al Bari e squalifica di una settimana per l'allenatore Carboni, reo di aver ingiuriato l'arbitro e il team manager bianconero, l'ex fischietto Fiorenzo Treossi (anche lui inibito per aver offeso l'allenatore biancorosso).
Non proprio un fulmine a ciel sereno, ma quasi. Nessuno immaginava un epilogo così disastroso, almeno alla luce degli ultimi precedenti. Pare che la differenza l'abbia fatta la recidività : già contro il Perugia, infatti, la società era stata multata per lancio di mortaretti (tre mila euro l'ammenda in seguito al petardo lanciato in campo dopo 4' di gioco). Sta di fatto che da ieri sera il Bari ha un solo punto in classifica e che, nei prossimi giorni, verrà inoltrato reclamo agli organi competenti.
Chissà , forse sarà contento l'i*******e che dalla curva occupata dai tifosi baresi ha deciso di rovinare tutto con un gesto incivile, volgare, inaccettabile. Sicuramente non fa salti di gioia Gianni Indiveri, che ieri a mezzogiorno è stato dimesso dall'ospedale dopo l'esito negativo degli ultimi esami neurologici e otorinolaringoiatrici e che è ancora turbato dall'episodio. «Ho rischiato grosso - dice via cellulare l'ex portiere del Bari - perché ho scambiato il petardo per un fumogeno. Se l'avessi preso in mano... forse staremmo raccontando di qualcosa di molto più grave. Ho perso sangue dall'orecchio, i medici mi hanno spiegato che qualche capillare si è rotto in seguito al forte botto. È stata una brutta serata. Non avrei voluto abbandonare la partita, ma non riuscivo a stare in piedi a causa di violenti giramenti di testa».
Guido Carboni ha appreso la notizia dai giornalisti. Erano da poco passate le diciannove quando al tecnico toscano è stata comunicata la penalizzazione di un punto. Venti secondi in silenzio. Smorfie di disapprovazione, di amarezza, dispiacere, preoccupazione. Poi il mister biancorosso prova ad imbastire un discorso: «Devo dire la verità , in campo ho subito avuto paura che potessero darci la partita persa. Poi qualcuno mi ha tranquillizzato ricordandomi i precedenti in cui il giudice sportivo aveva preso decisioni che non intaccavano il risultato del campo. Che dire? Sono mortificato perché quel punto ce lo siamo conquistato con merito. Sapevo di essere di fronte ad un periodo di grandi sofferenze, ora ci si mette di mezzo anche questa mazzata. Qui c'è un gruppo di persone che sta provando a risolvere i problemi con cui conviviamo, naturale che certi episodi vadano a minare le certezze tanto faticosamente conquistate fin qui».
«Il Bari farà ricorso, vedrà la società il da farsi - continua Carboni, visibilmente scosso - la squadra non può far altro che continuare a lavorare con la massima applicazione. Il campionato prosegue, c'è da rimboccarsi le maniche anche perché siamo attesi da partite che potrebbero rivelarsi proibitive. A cominciare da quella di sabato sera contro il Torino, al "San Nicola"».
L'allenatore del Bari torna per qualche istante sulla polemica esplosa nel dopo partita. «Qualche giornalista di Cesena ha capito male, forse ha voluto capire male - spiega Carboni, che aveva accusato di scarso fair play un dirigente romagnolo - non ho mai dichiarato di aver sentito qualcuno dire ad Indiveri di restare per terra "così vinciamo la partita". Ero molto lontano dall'area di rigore, come mai avrei potuto ascoltare tali parole? È andata diversamente. Un dirigente, che era vicino alla panchina, si è rivolto verso qualcuno e ha detto una frase antisportiva, che io non accetto. Le furbate non mi sono mai piaciute, per questo sono andato fuori di testa. Ho subito stigmatizzato l'episodio, ci mancherebbe, ma marciarci su no, non lo accetto. La mia squalifica? Ho detto all'arbitro che, dopo l'uscita di Indiveri, ha smesso di arbitrare, non ha più fischiato una punizione a favore del Bari. Vorrà dire che la prossima volta proverò a stare più tranquillo...».
L'amarezza di Pari
«Sono sorpreso e dispiaciuto per questa inaspettata penalizzazione. Concerterò con la società il da farsi per opporci a questa decisione»: a caldo il d.s. del Bari, Fausto Pari non ha nascosto la rabbia per la decisione del giudice sportivo di infliggere un punto di penalizzazione alla società pugliese a causa della bomba carta lanciata da un tifoso pugliese in campo al 22' della ripresa di Cesena-Bari.
«Paghiamo doppiamente il gesto di uno sconsiderato - ha aggiunto Pari - in quanto dopo lo scoppio del petardo il direttore di gara ha cambiato la sua conduzione di gara e non ci sono stati assegnati ben due rigori che ci avrebbero permesso di fare bottino pieno».