20/07/04 - E' braccio di ferro tra Bari e Napoli
Inviato: mar lug 20, 2004 16:02
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Ieri sera, intorno alle 21, un paio di tappi di spumante hanno solcato il soffitto degli uffici del San Nicola. La controprova non ci sarà mai. Tuttavia, alla notizia delle sentenze della Covisoc, c'è da giurare che qualcuno, nelle cabine di pilotaggio dell'astronave "parcheggiata" alla periferia della città, abbia festeggiato. I maestri severi della commissione federale non si sono fatti impietosire dalle lacrime degli scolaretti indisciplinati, come nelle pagine del Libro Cuore, ma hanno calato la bacchetta di legno sulle mani dei più discoli e recidivi.
Al Napoli con un piede e mezzo nella fossa, hanno fatto compagnia tre insospettabili, almeno alla vigilia: Ancona, Torino e Verona. Il club di Pieroni aveva presentato una fideiussione che pareva aver ripianato la situazione critica. Evidentemente non era così. Lo stesso dicasi per il glorioso Toro e per il Verona di Pastorello. Il primo ha subìto un duro colpo dopo la ritirata strategica dei magnati lettoni (Ciminielli è ormai sull'orlo di una crisi di nervi, osteggiato dall'ambiente al gran completo); il secondo potrebbe essere al culmine di un tira e molla che ha garantito la sopravvivenza negli ultimi anni grazie alla mano, neanche tanto invisibile, del Parma. Che ora pensa - giustamente - solo a salvare i cocci di casa.
Se ancora non si può parlare di bocciatura (i prossimi quattro giorni sono destinati ai ricorsi che, c'è da giurarlo, arriveranno a destinazione puntuali), di pesante rimandatura sì. E Bari ora si coccola ben più di una speranza. A sentire Pari, i k.o. di Ancona, Torino e Verona potrebbero essere solo bufere passeggere. I loro peccati originali, in sostanza, non sono così gravi da non poter essere perdonati. La chiave per riaprire la porta della serie B perduta è ancora da cercare nella città di San Gennaro.
"La situazione dei partenopei è disperata - aveva chiosato ieri prima delle sentenze il diesse biancorosso - e forse non sarebbe stato il caso neanche di esaminarla, considerato che, attendendosi ai regolamenti fissati dalla Lega, il Napoli è abbondantemente fuori tempo massimo. Tuttavia bisognerà aspettare il 27 luglio - va con i piedi di piombo il braccio destro di Matarrese - prima sono solo tappe di avvicinamento a un obiettivo che speriamo tutti di centrare, ma il cui raggiungimento non ci fa certo sfociare nell'isteria collettiva".
Non fa una grinza il ragionamento di Pari, che preferisce attendere il parere del Coni, che domani si riunirà per approvare o meno la manovra finanziaria dell'affitto di ramo d'azienda da parte di Gaucci. L'unica possibilità di tirare il club azzurro fuori dalle sabbie mobili, ma che la Figc ha già più volte respinto. Petrucci & company si faranno impietosire dal blasone della società che fu di Maradona? Da Napoli fanno sapere che intendono cadere in piedi, rinunciando eventualmente al lodo che permetterebbe di ripartire quantomeno dalla C1. L'ultima, disperata mossa di una partita a scacchi, che, regolamento alla mano sancisce già lo "scacco matto". L'attesa di Bari, una città intera in fibrillazione, sembra non avere mai fine
Ieri sera, intorno alle 21, un paio di tappi di spumante hanno solcato il soffitto degli uffici del San Nicola. La controprova non ci sarà mai. Tuttavia, alla notizia delle sentenze della Covisoc, c'è da giurare che qualcuno, nelle cabine di pilotaggio dell'astronave "parcheggiata" alla periferia della città, abbia festeggiato. I maestri severi della commissione federale non si sono fatti impietosire dalle lacrime degli scolaretti indisciplinati, come nelle pagine del Libro Cuore, ma hanno calato la bacchetta di legno sulle mani dei più discoli e recidivi.
Al Napoli con un piede e mezzo nella fossa, hanno fatto compagnia tre insospettabili, almeno alla vigilia: Ancona, Torino e Verona. Il club di Pieroni aveva presentato una fideiussione che pareva aver ripianato la situazione critica. Evidentemente non era così. Lo stesso dicasi per il glorioso Toro e per il Verona di Pastorello. Il primo ha subìto un duro colpo dopo la ritirata strategica dei magnati lettoni (Ciminielli è ormai sull'orlo di una crisi di nervi, osteggiato dall'ambiente al gran completo); il secondo potrebbe essere al culmine di un tira e molla che ha garantito la sopravvivenza negli ultimi anni grazie alla mano, neanche tanto invisibile, del Parma. Che ora pensa - giustamente - solo a salvare i cocci di casa.
Se ancora non si può parlare di bocciatura (i prossimi quattro giorni sono destinati ai ricorsi che, c'è da giurarlo, arriveranno a destinazione puntuali), di pesante rimandatura sì. E Bari ora si coccola ben più di una speranza. A sentire Pari, i k.o. di Ancona, Torino e Verona potrebbero essere solo bufere passeggere. I loro peccati originali, in sostanza, non sono così gravi da non poter essere perdonati. La chiave per riaprire la porta della serie B perduta è ancora da cercare nella città di San Gennaro.
"La situazione dei partenopei è disperata - aveva chiosato ieri prima delle sentenze il diesse biancorosso - e forse non sarebbe stato il caso neanche di esaminarla, considerato che, attendendosi ai regolamenti fissati dalla Lega, il Napoli è abbondantemente fuori tempo massimo. Tuttavia bisognerà aspettare il 27 luglio - va con i piedi di piombo il braccio destro di Matarrese - prima sono solo tappe di avvicinamento a un obiettivo che speriamo tutti di centrare, ma il cui raggiungimento non ci fa certo sfociare nell'isteria collettiva".
Non fa una grinza il ragionamento di Pari, che preferisce attendere il parere del Coni, che domani si riunirà per approvare o meno la manovra finanziaria dell'affitto di ramo d'azienda da parte di Gaucci. L'unica possibilità di tirare il club azzurro fuori dalle sabbie mobili, ma che la Figc ha già più volte respinto. Petrucci & company si faranno impietosire dal blasone della società che fu di Maradona? Da Napoli fanno sapere che intendono cadere in piedi, rinunciando eventualmente al lodo che permetterebbe di ripartire quantomeno dalla C1. L'ultima, disperata mossa di una partita a scacchi, che, regolamento alla mano sancisce già lo "scacco matto". L'attesa di Bari, una città intera in fibrillazione, sembra non avere mai fine