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Il Torino ha messo a nudo le lacune del Bari, al di là della sconfitta. La verifica c'è stata. Quella di sabato sera era una sorta di partita-verità , per capire fino in fondo quali sono le vere potenzialità della squadra di Carboni. Non che avessimo dei dubbi, ma il supporto di un confronto così importante ha chiarito meglio i termini della questione. Divario tecnico e persino tattico rispetto al Torino, con buona pace degli inguaribili ottimisti che, a dire la verità , sono rimasti ormai in pochi. Le ambizioni non possono appartenere, in questo momento, al Bari. Certo, bisogna dare atto a Carboni di aver parlato di salvezza, senza mai spingersi al di là del guado. Dunque, ci aspetta un'altra stagione di transizione, di quelle che non ammaliano certo i tifosi. Qualche elemento di novità , in questo Bari che somiglia tanto ad un'incompiuta, non apre troppo il cuore alla speranza di poter trovare posto sul treno che porta alla serie A. Ma, bisognerebbe anche guardarsi alle spalle, giusto per non rischiare il bis del tracollo. La classifica non è delle più esaltanti: rispetto alle prime quattro giornate dello scorso anno i biancorossi hanno 4 punti in meno (va naturalmente messo in conto il punto di penalizzazione per la gara di Cesena). Una partenza a corrente alternata, con tutte le relative conseguenze. Non per questo bisogna fasciarsi la testa prima di rompersela. Ma qualche riflessione è d'obbligo sia da parte della società che dell'allenatore. Anche contro il Torino si è sentita la mancanza di un marcatore rapido. Non a caso Sibilano è stato costretto a placcare in area Marazzina, causando il calcio di rigore trasformato da Pinga. A centrocampo, bene o male, qualcosa si muove, anche se Carboni dovrebbe una volta per tutte scegliere lo schieramento più adatto alle caratteristiche dei giocatori a sua disposizione. Continuare a schierare Bellavista nel settore destro della difesa è una delle storture più evidenti, cosa peraltro già ampiamente dimostrata durante l'era Perotti. E' questione di equilibrio e di maggiore organizzazione, soprattutto per non partire sempre in affanno, con un atteggiamento troppo remissivo, cosa che puntualmente si è verificata nel primo tempo contro i granata. Per l'attacco ci vorrebbe uno di quei centravanti che hanno confidenza con il gol e che sappia integrarsi con Santoruvo. L'evanescenza sotto porta è uno dei limiti di questo Bari. Bastava prendere uno come Prisciandaro (ieri l'attaccante del quartiere San Paolo ha segnato ancora) per mettere qualche pallone in più alle spalle del portiere avversario.