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è difficile spiegare...

dom mag 26, 2024 10:35

Iniziai da solo a seguire il calcio, mio padre non ne capiva niente e non avevo fratelli maggiori o cugini. A 6/7 anni cominciai a vedere le prime partite in tv. A quei tempi mi innamorai di Baggio per la sua classe, per quel codino eccentrico e per la maglia portata costantemente fuori dai pantaloncini, segno di irriverenza nei confronti della forma. Per osmosi iniziai a tifare Juve.

Dopo qualche anno mio padre decise di portarmi per la prima volta a vedere una partita. Era il 19 ottobre 1997 e la Juve faceva visita al Bari. Entrai per la prima volta al San Nicola, presi posto nella affollatissima Tribuna Est. Alla mia destra c'era la maestosa curva nord, colorata, rumorosa, luccicante. I miei occhi vennero rapiti da quello spettacolo mai visto prima, tanto da farmi dimenticare il vero catalizzatore di attenzione che era il rettangolo verde.

Ignorai anche l'ingresso in campo di quelli che dovevano essere i miei beniamini in maglia bianconera. Passai quasi tutta la partita con gli occhi sulla curva, provavo a distinguere le facce dei tifosi più vicini, i loro movimenti e, gradatamente, mentre smettevo di mettere a fuoco i miei occhi si bagnavano di bianco e rosso.

Inutile dire che della partita non vidi molto, ero più interessato al fenomeno umano e sociale che legava tutte quelle persone sugli spalti a quegli 11 calciatori. Cercavo di capire le parole dei cori e di memorizzarle, di trattenere lo spavento allo scoppiare delle bombe carta, di ritenere normale che decine di ragazzi della mia età scavalcassero le barriere di vetro per passare dalla tribuna alla curva nord, per raggiungere il cuore del tifo rischiando l'osso del collo. Sentivo familiare e simpatica la voce dei venditori di borghetti, che all'epoca nemmeno sapevo cosa fossero.

La Juve segnava a ripetizione, il Bari no, ma io continuavo a vedere quei tifosi che non smettevano di cantare, fino alla fine. Per la cronaca la partita finì 0-5, per qualsiasi piccolo tifoso della Juve sarebbe stato un successo, prima partita allo stadio, vittoria rotonda e fedeltà assoluta per tutta la vita. Per fortuna (o sfortuna) non è andata cosi. Dopo quel pomeriggio ho riposto nell'armadio la mia maglietta bianconera e sono corso ad un negozio di articoli sportivi della mia città per comprare una sciarpa del Bari che uso ancora oggi quando vado allo stadio.

Ne ho passate tante, poche gioie e tante umiliazioni ma non ho mai fatto un passo indietro, non mi sono mai fatto sedurre dalle facili vittorie dei miei amici milanisti, interisti e juventini. Da quel pomeriggio di 27 anni fa continuo ad amare quei due colori, il bianco e il rosso, troppe volte violentati e abusati da personaggi senza scrupoli.
Ha ragione chi dice che non è solo un gioco, non è una banalità, per molti il calcio è un motivo per svegliarsi la mattina, è un sollievo dopo una brutta giornata, è un modo per aumentare i battiti del cuore anestetizzati da una società che ci vuole simili ad automi, è un pretesto per abbracciare un amico.

Non so se tornerò allo stadio finchè ci sarà una proprietà che mi vieta di sognare perchè togliere i sogni a qualsiasi età è il gesto più violento e vigliacco che si possa fare.
Non so nemmeno se riuscirò a seguire il Bari solo sulle app, su questo forum o sui giornali, senza rivedere il bianco e il rosso sventolare.
Non so quello che succederà di qui al 2028.
So solo una cosa che l'amore per quei colori non me l'ha tolto e non me lo toglierà nessuno.
FORZA BARI, SEMPRE.

Re: è difficile spiegare...

dom mag 26, 2024 11:18

una bellissima storia.
anche se non l'ho letta.

Re: è difficile spiegare...

dom mag 26, 2024 11:23

Quanto meno all'epoca ci facevamo cacare in testa da Zidane.
Ora da Tutino.

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Re: è difficile spiegare...

dom mag 26, 2024 11:32

joedn ha scritto:Iniziai da solo a seguire il calcio, mio padre non ne capiva niente e non avevo fratelli maggiori o cugini. A 6/7 anni cominciai a vedere le prime partite in tv. A quei tempi mi innamorai di Baggio per la sua classe, per quel codino eccentrico e per la maglia portata costantemente fuori dai pantaloncini, segno di irriverenza nei confronti della forma. Per osmosi iniziai a tifare Juve.

Dopo qualche anno mio padre decise di portarmi per la prima volta a vedere una partita. Era il 19 ottobre 1997 e la Juve faceva visita al Bari. Entrai per la prima volta al San Nicola, presi posto nella affollatissima Tribuna Est. Alla mia destra c'era la maestosa curva nord, colorata, rumorosa, luccicante. I miei occhi vennero rapiti da quello spettacolo mai visto prima, tanto da farmi dimenticare il vero catalizzatore di attenzione che era il rettangolo verde.

Ignorai anche l'ingresso in campo di quelli che dovevano essere i miei beniamini in maglia bianconera. Passai quasi tutta la partita con gli occhi sulla curva, provavo a distinguere le facce dei tifosi più vicini, i loro movimenti e, gradatamente, mentre smettevo di mettere a fuoco i miei occhi si bagnavano di bianco e rosso.

Inutile dire che della partita non vidi molto, ero più interessato al fenomeno umano e sociale che legava tutte quelle persone sugli spalti a quegli 11 calciatori. Cercavo di capire le parole dei cori e di memorizzarle, di trattenere lo spavento allo scoppiare delle bombe carta, di ritenere normale che decine di ragazzi della mia età scavalcassero le barriere di vetro per passare dalla tribuna alla curva nord, per raggiungere il cuore del tifo rischiando l'osso del collo. Sentivo familiare e simpatica la voce dei venditori di borghetti, che all'epoca nemmeno sapevo cosa fossero.

La Juve segnava a ripetizione, il Bari no, ma io continuavo a vedere quei tifosi che non smettevano di cantare, fino alla fine. Per la cronaca la partita finì 0-5, per qualsiasi piccolo tifoso della Juve sarebbe stato un successo, prima partita allo stadio, vittoria rotonda e fedeltà assoluta per tutta la vita. Per fortuna (o sfortuna) non è andata cosi. Dopo quel pomeriggio ho riposto nell'armadio la mia maglietta bianconera e sono corso ad un negozio di articoli sportivi della mia città per comprare una sciarpa del Bari che uso ancora oggi quando vado allo stadio.

Ne ho passate tante, poche gioie e tante umiliazioni ma non ho mai fatto un passo indietro, non mi sono mai fatto sedurre dalle facili vittorie dei miei amici milanisti, interisti e juventini. Da quel pomeriggio di 27 anni fa continuo ad amare quei due colori, il bianco e il rosso, troppe volte violentati e abusati da personaggi senza scrupoli.
Ha ragione chi dice che non è solo un gioco, non è una banalità, per molti il calcio è un motivo per svegliarsi la mattina, è un sollievo dopo una brutta giornata, è un modo per aumentare i battiti del cuore anestetizzati da una società che ci vuole simili ad automi, è un pretesto per abbracciare un amico.

Non so se tornerò allo stadio finchè ci sarà una proprietà che mi vieta di sognare perchè togliere i sogni a qualsiasi età è il gesto più violento e vigliacco che si possa fare.
Non so nemmeno se riuscirò a seguire il Bari solo sulle app, su questo forum o sui giornali, senza rivedere il bianco e il rosso sventolare.
Non so quello che succederà di qui al 2028.
So solo una cosa che l'amore per quei colori non me l'ha tolto e non me lo toglierà nessuno.
FORZA BARI, SEMPRE.

Quelli erano i veri colori del Bari!!!
Ora si sono mischiati con il celeste e di autoctono non ci sono neanche gli asciugamani dei bagni degli spogliatoi .

Re: è difficile spiegare...

dom mag 26, 2024 11:47

Alla parola osmosi sono venuto.

Re: è difficile spiegare...

dom mag 26, 2024 13:28

edao ha scritto:una bellissima storia.
anche se non l'ho letta.

Re: è difficile spiegare...

dom mag 26, 2024 13:34

Avrai 37-38 anni. La strada che hai intrapreso è quella giusta. Tra una quindicina di anni sarai più forte nel controllare le emozioni.
L'amore non te lo toglierà nessuno e continuerai a seguire le sorti del Bari. Non sarai meno tifoso degli altri, anzi. È così per le persone normali.

Re: è difficile spiegare...

dom mag 26, 2024 15:40

2 mag 1982 - 32a giornata ha scritto:Avrai 37-38 anni. La strada che hai intrapreso è quella giusta. Tra una quindicina di anni sarai più forte nel controllare le emozioni.
L'amore non te lo toglierà nessuno e continuerai a seguire le sorti del Bari. Non sarai meno tifoso degli altri, anzi. È così per le persone normali.


Ricordo a mala pena Tavarilli, De Trizio, Bagnato, Cavasin ... un po' meglio i goals di Bivi, Bergossi, Maiellaro, L'Amore per il Bari anche quando ando' in C. A prescindere dalla categoria Ho sempre seguito il Bari.
Ma seguire una squadra che, da principo, sai non possa aspirare ad ottenere certi risultati no.

Re: è difficile spiegare...

dom mag 26, 2024 16:52

Tifoso_dal_1973 ha scritto:
2 mag 1982 - 32a giornata ha scritto:Avrai 37-38 anni. La strada che hai intrapreso è quella giusta. Tra una quindicina di anni sarai più forte nel controllare le emozioni.
L'amore non te lo toglierà nessuno e continuerai a seguire le sorti del Bari. Non sarai meno tifoso degli altri, anzi. È così per le persone normali.


Ricordo a mala pena Tavarilli, De Trizio, Bagnato, Cavasin ... un po' meglio i goals di Bivi, Bergossi, Maiellaro, L'Amore per il Bari anche quando ando' in C. A prescindere dalla categoria Ho sempre seguito il Bari.
Ma seguire una squadra che, da principo, sai non possa aspirare ad ottenere certi risultati no.

Se sei legato al Bari non te ne puoi liberare facilmente.
Ciò che prima sembrava essere più importante di qualsiasi altra cosa, nel tempo diventa oggetto di altre valutazioni

Re: è difficile spiegare...

dom mag 26, 2024 18:43

non è sicuramente una diserzione a far cambiare l'amore per questi colori anzi..

Re: è difficile spiegare...

dom mag 26, 2024 18:52

joedn ha scritto:Iniziai da solo a seguire il calcio, mio padre non ne capiva niente e non avevo fratelli maggiori o cugini. A 6/7 anni cominciai a vedere le prime partite in tv. A quei tempi mi innamorai di Baggio per la sua classe, per quel codino eccentrico e per la maglia portata costantemente fuori dai pantaloncini, segno di irriverenza nei confronti della forma. Per osmosi iniziai a tifare Juve.

Dopo qualche anno mio padre decise di portarmi per la prima volta a vedere una partita. Era il 19 ottobre 1997 e la Juve faceva visita al Bari. Entrai per la prima volta al San Nicola, presi posto nella affollatissima Tribuna Est. Alla mia destra c'era la maestosa curva nord, colorata, rumorosa, luccicante. I miei occhi vennero rapiti da quello spettacolo mai visto prima, tanto da farmi dimenticare il vero catalizzatore di attenzione che era il rettangolo verde.

Ignorai anche l'ingresso in campo di quelli che dovevano essere i miei beniamini in maglia bianconera. Passai quasi tutta la partita con gli occhi sulla curva, provavo a distinguere le facce dei tifosi più vicini, i loro movimenti e, gradatamente, mentre smettevo di mettere a fuoco i miei occhi si bagnavano di bianco e rosso.

Inutile dire che della partita non vidi molto, ero più interessato al fenomeno umano e sociale che legava tutte quelle persone sugli spalti a quegli 11 calciatori. Cercavo di capire le parole dei cori e di memorizzarle, di trattenere lo spavento allo scoppiare delle bombe carta, di ritenere normale che decine di ragazzi della mia età scavalcassero le barriere di vetro per passare dalla tribuna alla curva nord, per raggiungere il cuore del tifo rischiando l'osso del collo. Sentivo familiare e simpatica la voce dei venditori di borghetti, che all'epoca nemmeno sapevo cosa fossero.

La Juve segnava a ripetizione, il Bari no, ma io continuavo a vedere quei tifosi che non smettevano di cantare, fino alla fine. Per la cronaca la partita finì 0-5, per qualsiasi piccolo tifoso della Juve sarebbe stato un successo, prima partita allo stadio, vittoria rotonda e fedeltà assoluta per tutta la vita. Per fortuna (o sfortuna) non è andata cosi. Dopo quel pomeriggio ho riposto nell'armadio la mia maglietta bianconera e sono corso ad un negozio di articoli sportivi della mia città per comprare una sciarpa del Bari che uso ancora oggi quando vado allo stadio.

Ne ho passate tante, poche gioie e tante umiliazioni ma non ho mai fatto un passo indietro, non mi sono mai fatto sedurre dalle facili vittorie dei miei amici milanisti, interisti e juventini. Da quel pomeriggio di 27 anni fa continuo ad amare quei due colori, il bianco e il rosso, troppe volte violentati e abusati da personaggi senza scrupoli.
Ha ragione chi dice che non è solo un gioco, non è una banalità, per molti il calcio è un motivo per svegliarsi la mattina, è un sollievo dopo una brutta giornata, è un modo per aumentare i battiti del cuore anestetizzati da una società che ci vuole simili ad automi, è un pretesto per abbracciare un amico.

Non so se tornerò allo stadio finchè ci sarà una proprietà che mi vieta di sognare perchè togliere i sogni a qualsiasi età è il gesto più violento e vigliacco che si possa fare.
Non so nemmeno se riuscirò a seguire il Bari solo sulle app, su questo forum o sui giornali, senza rivedere il bianco e il rosso sventolare.
Non so quello che succederà di qui al 2028.
So solo una cosa che l'amore per quei colori non me l'ha tolto e non me lo toglierà nessuno.
FORZA BARI, SEMPRE.

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Re: è difficile spiegare...

dom mag 26, 2024 19:32

...ma facilissimo da capire.
La nostra è diserzione per amore.

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Re: è difficile spiegare...

dom mag 26, 2024 20:22

la diserzione non rinnega l'amore, e' solo contigente. e' solo un modo x mistrare disaccordo.

sperare nella C come molti hanno fatto, non e' amore.

quando ami, vuoi il meglio della tua amata, sempre e comunque.

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Re: è difficile spiegare...

lun mag 27, 2024 12:00

edao ha scritto:una bellissima storia.
anche se non l'ho letta.

Re: è difficile spiegare...

lun mag 27, 2024 21:10

maestrobarese ha scritto:...ma facilissimo da capire.
La nostra è diserzione per amore.

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Diserzione lo fu con i Matarrese, a dire il vero per me molto parziale tranne quella totale del 2013/14 fino alla loro uscita, ma la squadra la seguivo, TV o radio che fosse e ne soffrivo. Qui è totale disaffezione, andassero aff loro e il Napoli B
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